Oil on canvas. Lombard ambit of the late 18th century.The four canvases depict scenes from Orlando Furioso, the famous epic poem written by Ludovico Ariosto and first published in 1516. On the back of the frame are handwritten inscriptions in ancient Italian, which tell the title of the scene and give the reference of the canto and stanza.All four scenes depict episodes from the first two cantos of the poem and appear to be sequential. The attributive titles are as follows:1- "This picture represents that Paladin galiardo (Rinaldo) figliolo di Amone sig. di Monte Albano, which Ariosto describes him in canto 1 at stanza 12" : the moment is depicted when Rinaldo, mounted on his horse Baiardo, spots Angelica in the woods who has fled from the camp of Namo di Baviera.2- "This painting depicts Angelica and Ferrau when she comes to his aid, which Ariosto describes in Canto 1 stanza 14": Angelica fleeing from Rinaldo, meets Ferrau, a noble Saracen knight also in love with the girl, in the woods, who helps her escape by opposing the Christian knight.3- "This painting depicts Rinaldo and Sacripante going down, Angelica fleeing from their fury. Ariosto describes it in Canto 2 stanza 10": Rinaldo and Sacripante fight to contend for Angelica's love, but in the meantime Angelica runs away.4- "This picture rapresents Rinaldo and Sacripante in the act that they were felling for Angelica and are stopped by a spirit in the form of a Valetto. Ariosto describes it in canto 2 stanza 15": while the two knights are fighting, Angelica encounters a hermit, who, with a spell, conjures up a spirit in the form of a valet, who interrupts the duel between the two contenders. The paintings thus belong to a single pictorial cycle, which can be traced back to the late 18th century and which, in accordance with neoclassical taste, depicts the characters in classical garb - the warriors dressed as ancient soldiers, Angelica clad in a Roman woman's tunic, shoehorns and bracelet - but set in a Northern Italian landscape, a shady and dense forest. The Orlando Furioso had the peculiarity of proposing the war theme associated with the love theme (in particular, the love story between Angelica and Medoro was favored, which became the subject of numerous works by artists of all centuries) and achieved great popularity and success: numerous were its representations in all ranges of visual pictorial art, in stately frescoes, paintings, ceramics, even apothecary vases, cups, medals, pendulums, candelabra. It began in the land of Emilia, the land of origin of the poem crafted by Ariosto for Cardinal Ludovico D'Este, and reached the Medici courts, in Lombardy, where later Ariosto's pictorial cycles were made in numerous palaces and stately homes. The canvases are presented in stylish gilded frames.
Olio su tela. Ambito lombardo della fine XVIII secolo.Le quattro tele propongono scene tratte dall'Orlando Furioso, il famoso poema epico scritto da Ludovico Ariosto e pubblicato per la prima volta nel 1516. Sul telaio, al retro, sono presenti scritte a mano in italiano antico, che dicono il titolo della scena e danno il riferimento del canto e della strofa.Tutte e quattro le scene rappresentano episodi tratti dai primi due canti del poema e risultano essere sequenziali.I titoli attributivi sono i seguenti:1- “Questo quadro rapresenta quel Paladin galiardo (Rinaldo) figliolo di Amone sig. di Monte Albano, che lo descrive Ariosto a canto 1 a strofa 12” : è raffigurato il momento in cui Rinaldo, appiedato del suo cavallo Baiardo, scorge nel bosco Angelica fuggita dall'accampamento di Namo di Baviera.2- “Questo quadro rapresenta Angelica e Ferraù quando gli si pone in aiuto, che lo descrive Ariosto al canto 1 strofa 14”: Angelica che fugge da Rinaldo, incontra nel bosco Ferraù, un nobile cavaliere saraceno anche lui innamorato della ragazza, che la aiuta a fuggire opponendosi al cavaliere cristiano.3- “Questo quadro rappresenta Rinaldo e Sacripante che si abbatano, Angelica fugge dal furore di essi. La descrive Ariosto al Canto 2 strofa 10”: Rinaldo e Sacripante combattono per contendersi l'amore di Angelica, che però intanto scappa via.4- “Questo quadro rapresenta Rinaldo e Sacripante nel atto che si abbatevano per Angelica e vengono fermati di un spirito in forma di Valletto. Lo descrive Ariosto al canto 2 strofa 15”: mentre i due cavalieri combattono, Angelica incontra un eremita, il quale, con un incantesimo, evoca uno spirito con le sembianze di un valletto, che interrompe il duello tra i due contendenti.I dipinti appartengono pertanto ad un unico ciclo pittorico, riconducibile alla fine del XVIII secolo e che, conformemente al gusto neoclassico, rappresenta i personaggi in abiti classici - i guerrieri vestiti come soldati antichi, Angelica abbigliata con tunica, calzari e bracciale da donna romana -, ma inseriti in un paesaggio del Nord Italia, una foresta ombrosa e fitta.L'Orlando Furioso ebbe la peculiarità di proporre il tema guerresco associato a quello amoroso (in particolare fu prediletta la storia d'amore tra Angelica e Medoro che divenne soggetto di numerose opere di artisti di tutti i secoli) ed ottenne grande popolarità e successo: numerose furono le sue rappresentazioni in tutte gamme dell'arte pittorica visiva, in affreschi signorili, quadri, ceramiche, anche vasi da farmacia, coppe, medaglie, pendole, candelabri. Si cominciò in terra emiliana, terra d'origine del poema realizzato dall'Ariosto per il cardinale Ludovico D'Este, per arrivare alle corti medicee, in Lombardia, ove successivamente cicli pittorici ariosteschi vennero realizzati in numerosi palazzi e dimore signorili. Le tele sono presentate in cornici dorate in stile.
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