Un tuffo nel passato, per comprendere il modernismo attraverso le sue più belle scrivanie


Modernismo Mid-Century al lavoro

Di Gretta Louw

La scrivania nr. 5850 di George Nelson per Herman Miller, 1954-58 Foto © Wright20
L'ossessione per l'arredamento Mid-Century moderno va avanti da almeno vent'anni, e non accenna a diminuire; ciononostante c'è chi si chiede se non abbia fatto il suo tempo, e chi crede che sarebbe il momento di lasciarcela alle spalle. A prescindere dai diversi punti di vista al riguardo, il sentimento che permea questo dibattito tende a considerare  il modernismo come un gigante, immobile ed immutabile.

La verità è che ai tempi, invece, i designer non erano tutti così d'accordo l'uno con l'altro come si tende a pensare oggi - una grande diversità di stili rientrava nella definizione di modernismo Come per ogni movimento culturale, gran parte dell'uniformità di stile ed idee che si attribuisce oggi al modernismo gli è stata imposta dalla posterità. Negli anni del suo rigoglio, invece, i designer, teorici, ed architetti non condividevano tutti le stesse idee.

La scrivania esecutiva Top Series di Herbert Hirche per Christian Holzäpfel, 1967 Foto © Zorrobot
Elizabeth Gordon, redattrice della rivista House Beautiful negli anni del dopoguerra, fu una nemica giurata del funzionalismo (la fazione più minimalista del modernismo), e scrisse una quantità di articoli contro questo spoglio stile da lei considerato tanto scomodo quanto poco attraente: "C'è qualcosa di marcio nello stato in cui si trova oggi il design", scrisse negli anni '50, "e sta corrompendo alcuni dei nostri migliori sforzi volti alla realizzazione di uno stile di vita moderno. Dopo anni di silenziosa osservazione, House Beautiful ha deciso di prendere posizione, e di fare appello al buonsenso dei suoi lettori, in quanto è proprio il buonsenso ad essere sotto attacco. Due strade si snodano davanti ai nostri occhi. Una porta ad una ricchezza di varietà, alla comodità ed alla bellezza. L'altra, che vogliamo mostrarvi senza filtri, ci riporta verso la povertà e l'invivibile. E quel che è peggio, presenta in sè il germe di una dittatura culturale." D'accordo o meno, non si può non amare tanta passione e fervore! 

Così, mentre tutti noi usiamo i termini "Mid-Century" e "modernista" con tanta leggerezza, a voler guardare con più attenzione ci troviamo di fronte ad un panorama assai più diversificato di quanto non credessimo. Anche per questo motivo, noi di Pamono abbiamo deciso di prendere due piccioni con una fava e raccontarvi una breve storia del modernismo con l'aiuto di uno dei pezzi di arredamento Mid-Century più popolari di sempre - la scrivania, con cui riassumeremo alcune delle maggiori differenze stilistiche all'interno del modernismo, raggruppate per paesi.

 

Danimarca

Scrivania in teak di Nanna Ditzel per Søren Willadsen Møbelfabrik; scrivania anni '60 in teak, Danimarca; scrivania AT305 di Hans Wegner per Andreas Tuck Foto © Nordlings Antik; Möbelkunst; Stari Antik
Con Kaare Klint, come apripista, il quale aiutò a fondare la Scuola di arredamento all'interno della Royal Danish Academy of Fine Arts di Copenaghen negli anni '20, i designer danesi della metà del XX secolo svilupparono un modernismo dal carattere forte e dai tratti distintivi, che verrà ben presto copiato e ricopiato. Il loro approccio non arrivò mai ad includere davvero la produzione industriale, mantenendo invece una connessione molto forte con la straordinaria tradizione artigianale del loro paese. Le scrivanie moderniste danesi rispecchiano perfettamente questo approccio moderato, nelle loro gambe dolcemente affusolate, nelle linee scultoree e pulite, e nei curatissimi dettagli - il tutto portato a livelli sublimi grazie alla scelta di legnami esotici e di qualità come il teak o il palissandro. Vogliamo qui ricordare la scrivania elegante e raffinata, disegnata Nanna Ditzel per Søren Willadsen, le cui maniglie sono impossibili da dimenticare; o i design ancora più semplici di altre due icone danesi come Ib Kofod-Larsen ed Hans J. Wegner, le quali, pur essendo caratterizzate da un'estrema sobrietà, non si conformano completamente al rifiuto di qualsiasi forma di ornamento voluto dal dogma modernista. 

 

Paesi Bassi

Tavolo Reform di Friso Kramer per Ahrend de Cirkel; tavolo Pyramid di Wim Rietveld per Ahrend De Cirkel; tavolo da disegno di Friso Kramer & Wim Rietveld per Ahrend De Cirkel Foto © MassModernDesign; Gallery K7; Bestwelhip
Gli olandesi, invece, abbracciarono senza esitazione l'epoca del progresso tecnologico e delle macchine. Ancora molto influenzati da un'affinità per la scuola Bauhaus dell'inizio del secolo, i designer modernisti olandesi si abbandonarono al piacere di tracciare linee dritte e dure, dando vita ad un modernismo spoglio ed alla portata di tutti. Icone come Friso KramerWim Rietveld produssero tavoli e scrivanie dinamici nel design e democratici nei prezzi e nei materiali; acciaio, formica, e legnami semplici tagliati in forme pulite. Scrivanie, tavoli da disegno, e banchi scolastici olandesi sono caratterizzati da serio funzionalismo e sensibilità spigolosa - rappresentati al meglio forse dal tavolo Pyramid  di Kramer e Rietveld; multifunzionale, minimalista, e rivoluzionario.

 

Italia

Scrivania Arco di Studio BBPR per Olivetti; scrivania di Vittorio Dassi; toeletta di Gio Ponti perr Giordano Chiesa Foto © De Vreugde Design; Retro4M di Marco Pinnone; Compendio Gallery
Come i loro colleghi danesi, i designer modernisti italiani continuarono ad essere profondamente legati ed influenzati dalla loro tradizione artigianale. Ma il loro apporto alla definizione di modernismo fu decisivo anche e sopratutto perché definito da una notevole dose di liberalismo artistico. La diversità estetica all'interno del paese stesso fu grande: pezzi come questa scrivania anni '60 in acciaio e palissandro di Gianni Moscatelli’s  per Formanova sembrano sposare elementi danesi ed olandesi; mentre il leggendario Gio Ponti creò design in quercia, mogano e formica trasudanti una sensibilità squisitamente italiana; e ancora, le scrivanie Mid-Century di Vittorio Dassi, con il loro materiali e forme contrastanti, illustrano un'altra, nuova caratteristica modernista italiana; senza scordare, naturalmente, il fondamentale contributo del marchio Olivetti alla storia del modernismo, con il suo visionario amore per l'estetica Space Age di cui la scrivania Arco di BBPR è perfetto esempio.

 

Germania

Scrivania Optimal di Luigi Colani per Flötotto; scrivania anni '50 in noce, Germania; scrivania in ciliegio di Helmut Magg per WK Möbel Foto © BarbMama; Mid Century Friends; Mariekke
L'arredamento modernista tedesco fu orientato invece verso un'estetica più squadrata; dalle forme spoglie e gli angoli retti, le scrivanie moderniste tedesche sembrano essere una reinterpretazione più lineare dell'estetica danese. Designer come Wilhelm Renz  realizzarono pezzi solidi e pratici, in legno resistente e di buona qualità, e dal carattere architettonico. I richiami allo stile Bauhaus sono forti, ma l'esecuzione ed i materiali sono più cordiali. Alcuni esemplari realizzati da manifatture dell'epoca all'avanguardia, tra le prime a lavorare l'acciaio, il linoleum, ed altri materiali all'avanguardia, sono oggi molto ricercati. Ma la Germania non produsse solo pezzi pratici d'ispirazione Bauhaus! La collaborazione del designer Herbert Hirche e del produttore Christian Holzäpfel, negli anni '60, diede alla luce un gran numero di pezzi decisamente innovativi, tra cui la scrivania Top Series, la quale incarna l'ottimismo causato dal wirtschaftswunder (miracolo economico); e la scrivania Space Age Optimal, in plastica e compensato, frutto della collaborazione tra la manifattura tedesca Flötotto ed il designer italiano Luigi Colani.

 

Stati Uniti

Scrivania da ufficio Action di George Nelson per Herman Miller; scrivania Campaign di Milo Baughman; scrivania Albini di Franco Albini per Knoll International Foto © Kiss the Design; Matthew Rachman Gallery; Maison Cédric
Negli USA, l'entusiasmo per il modernismo trovò nei materiali all'avanguardia come plastica, compensato, e laminato il suo medium espressivo prediletto. L'economia americana era in piena esplosione, e grandi manifatture come Knoll ed Herman Miller si dedicarono con fervore alla creazione di arredamento da ufficio perfetto per questa nuova generazione di lavoratori, alla moda e funzionale come loro. Designer influenti del calibro di George Nelson e Charles Eamesdisegnarono oggetti eleganti ed affusolati, perfetti per questo nuovo mondo - non vi può essere forse esempio migliore dell'iconica scrivania Action di Nelson. Altri designer invece, come Paul McCobb ed Edward Wormley, furono più vicini alla sensibilità scandinava, e decisero di concentrarsi su forme più tradizionali e dolcemente eleganti, scolpite nel legno. Negli anni '70, l'incredibile fusione di modernismo ed Art Deco di Milo Baughman’s, diede vita allo stile che diventerà presto noto con il nome Hollywood Regency - di cui la scrivania Campaign ne è perfetta rappresentazione.

 

L'ideologia modernista cercò certamente di raggiungere soluzioni ideali ed uniformanti, attraverso design ultra raffinati, tecnologie industriali, e materiali grezzi, ma non dobbiamo dimenticare la sua originalità e polifonia. Al contrario di quel che si pensa oggi, insomma, il modernismo Mid-Century è un genere ampio e sfaccettato, e ce n'è per ogni gusto e fazione!

 

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    • Gretta Louw

      Gretta Louw

      Gretta, australiana di origini sudafricane e attualmente in Germania, è un’artista multidisciplinare giramondo e un’amante delle lingue. Ha una laurea in psicologia, e tende decisamente verso l’avanguardia.

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