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Naval battle between Greeks and Trojans is an original etching realized by Giovanni Battista Sculptors (1503-1575) in 1538. Black and white burin. Second state of five. Glued on a secondary support. Inscriptions on plate on the lower center: "I. B. MANTVANVS / SCULPTOR 1538 ". It is not possible to trace the presence of the watermark, as the copy is pasted on a secondary paper support; the sheet has a central fold, usual for works of this size, closed on the reverse with reinforcing paper; Also there are some small tears along the perimeter and an unidentifiable ink inscription in the lower left corner Reference: - Adam Bartsch, Le Peintre graveur, Vienna, 1820, vol. XV, n. 20 - Stefania Massari (eds), Engravers mantovani of '500. Giovan Battista, Adam, Diana Sculptors and Giorgio Ghisi from the collections of the National Ministry of the Press and the National Engraving Center, De Luca, Rome, 1980, n. 6 - Tiziano Ortolani (eds), New trails carved between Mantua and Rome, engravings by Mantegna in Reverdino, Milan, Galleria Marca Water, 1999, p. 22, n. 6 - TIB - THE ILLUSTRATED BARTSCH, New York, Abaris, 1978-1983, 20, V. 31, p. 26 Refined, processed and well-known engraving, in cui Giovan Battista Sculptors Demonstrates His drawing skills, technical skill in the use of the burin and an extraordinary creative vein. It is possible to Recognize, in the excitement of the event, the chariot of Poseidon (Neptune in Roman mythology), a reference perhaps to the fourteenth book of the Iliad in cui it is Said That, taking advantage of the sleep of Zeus, induced by Hera, Poseidon went to rescue the Greeks by Allowing them to defeat the Trojans. Prince Hector, seriously wounded with a stone by Ajax Telamon, was is brought back to Troy before His final defeat. The manly and nude powerful who, brandishing a long sword, guides the Greeks, described in the background of the composition, could personify Poseidon himself, while the man on the ground, Placed at his feet and defended by a fellow warrior, would instead be the Trojan prince. For Bartsch, who Indicates the burin as the best Among Those made by the Mantuan masters, the work would derive from a drawing by Giulio Romano while the studies dedicated to the sculptors have assigned him the originality of the composition. The rendering of the bodies, the strong plasticity and the lively movement However recall the language of Giulio Romano, to-whom the Sculptors Looked with attention, as well as references to the Raphael of the Sistine Tapestries for the definition of some details, such as, , described the man on the right, with His arms raised in the act of lifting a wounded man, deriving from the cartoon for the "Miraculous Fishing". The work Consists of about forty-three figures, a river, four sea horses and Poseidon's chariot. In his Treatise on painting, published in Milan in 1584, Paolo Lomazzo Indicates the work as an example for Those Who wanted to deal with this subject, enhancing the skills of the sculptors. The specimen Seems To belong to the second state, bearing the signatures but not the excudits of Van Aelst, then of Giovanni Giacomo de 'Rossi and finally That of the Chamber Chalcography; the addresses of the printers follow one another in the third, fourth and fifth states, in the lower right corner. The Chamber Chalcography in creating the last was in 1823, censored the plate, now kept at the National Chalkotheke in Rome.
Battaglia navale tra Greci e Troiani è un'acquaforte originale realizzata da Giovanni Battista Scultori (1503-1575) nel 1538. Bulino in bianco e nero. Secondo stato di cinque. Incollata su un supporto secondario. Iscrizioni sulla lastra in basso al centro: "I. B. MANTVANVS / SCULTORE 1538". Non è possibile risalire alla presenza della filigrana, in quanto la copia è incollata su un supporto cartaceo secondario; il foglio presenta una piega centrale, usuale per opere di queste dimensioni, chiusa al verso con carta di rinforzo; inoltre sono presenti alcuni piccoli strappi lungo il perimetro e una scritta a inchiostro non identificabile nell'angolo inferiore sinistro Riferimento: - Adam Bartsch, Le Peintre graveur, Vienna, 1820, vol. XV, n. 20 - Stefania Massari (eds), Incisori mantovani del '500. Giovan Battista, Adamo, Diana Scultori e Giorgio Ghisi dalle collezioni del Ministero Nazionale della Stampa e del Centro Nazionale dell'Incisione, De Luca, Roma, 1980, n. 6 - Tiziano Ortolani (eds), Nuovi sentieri incisi tra Mantova e Roma, incisioni di Mantegna a Reverdino, Milano, Galleria Marca Water, 1999, p. 22, n. 6 - TIB - THE ILLUSTRATED BARTSCH, New York, Abaris, 1978-1983, 20, V. 31, p. 26 Raffinata, elaborata e nota incisione, in cui Giovan Battista Scultori dimostra le sue capacità di disegno, l'abilità tecnica nell'uso del bulino e una straordinaria vena creativa. È possibile riconoscere, nella concitazione dell'evento, il carro di Poseidone (Nettuno nella mitologia romana), un riferimento forse al quattordicesimo libro dell'Iliade in cui si dice che, approfittando del sonno di Zeus, indotto da Era, Poseidone andò a salvare i greci permettendo loro di sconfiggere i troiani. Il principe Ettore, gravemente ferito con una pietra da Aiace Telamone, è stato riportato a Troia prima della sua sconfitta finale. Il potente virile e nudo che, brandendo una lunga spada, guida i greci, descritto sullo sfondo della composizione, potrebbe personificare Poseidone stesso, mentre l'uomo a terra, posto ai suoi piedi e difeso da un compagno guerriero, sarebbe invece il principe troiano. Per Bartsch, che indica il bulino come il migliore tra quelli realizzati dai maestri mantovani, l'opera deriverebbe da un disegno di Giulio Romano mentre gli studi dedicati agli scultori gli hanno assegnato l'originalità della composizione. La resa dei corpi, la forte plasticità e la vivacità del movimento richiamano comunque il linguaggio di Giulio Romano, al quale gli scultori guardarono con attenzione, così come i riferimenti al Raffaello degli Arazzi Sistini per la definizione di alcuni particolari, come, ad esempio, descritto l'uomo a destra, con le braccia alzate nell'atto di sollevare un ferito, derivato dal cartone per la "Pesca Miracolosa". L'opera è composta da circa quarantatre figure, un fiume, quattro cavalli marini e il carro di Poseidone. Nel suo Trattato della pittura, pubblicato a Milano nel 1584, Paolo Lomazzo indica l'opera come un esempio per coloro che volevano trattare questo soggetto, valorizzando le capacità degli scultori. L'esemplare sembra appartenere al secondo stato, recante le firme ma non gli escudit di Van Aelst, poi di Giovanni Giacomo de' Rossi e infine quello della Calcografia Camerale; gli indirizzi degli stampatori si susseguono nel terzo, quarto e quinto stato, in basso a destra. La Calcografia Camerale nel creare l'ultimo fu nel 1823, censurò la lastra, ora conservata alla Calcoteca Nazionale di Roma.
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