Gloria Sormani rilancia il nome del padre tra i grandi del design
Ricordando i grandi
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Luigi Sormani archival materials
Photo © Veronique Schuermans
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L'ufficio all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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All'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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All'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Poltrona Nike di Richard Neagle per Luigi Sormani, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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La sedia Palla di Claudio Salocchi per Luigi Sormani, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Il primo catalogo di Luigi Sormani, all'interno dell'archivio
Foto © Luigi Sormani
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Il primo catalogo di Luigi Sormani, all'interno dell'archivio
Foto © Luigi Sormani
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All'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Immagine promozionale dell'archivio di Luigi Sormani della 4B Multichair e del Rotoliving di Joe Colombo
Foto © Veronique Schuermans
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Poltrona Pipa di Carlo de Carli e libreria girevole di Claudio Salocchi, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Libreria modulare di Luigi Sormani e divano Scutos di Studio Dieci, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Il sistema Additional Seating di Joe Colombo, il tavolo Coclea di Fabrizio Cocchia, e i divani Vivalda di Claudio Salocchi, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Immagine d'archivio della fabbrica di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Immagine d'archivio della fabbrica di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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La forma usata per produrre le sedie Palla, disegnate da Claudio Salocchi per Luigi Sormani.
Foto © Luigi Sormani
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Materiali d'archivio di Luigi Sormani
Foto © Veronique Schuermans
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Immagini di Luigi Sormani con Gio Ponti, all'interno dell'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Lettera di Gio Ponti a Luigi Sormani, dall'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Lettera di Gio Ponti a Luigi Sormani, dall'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
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Lettera di Gio Ponti a Luigi Sormani, dall'archivio di Luigi Sormani
Foto © Luigi Sormani
È giovedì mattina, prima dell'apertura del Salone del Mobile, ed io e Gloria Sormani siamo in viaggio verso Arosio, una piccola città lombarda, per visitare il primo magazzino della pioneristica azienda di arredamento della sua famiglia. Il grande edificio dalla vecchia porta rossastra - nascosta in un cortile di appartamenti - cela gli otto mesi di duro lavoro che Gloria ha dedicato alla restaurazione dei tesori di design di Sormani del XX secolo.
Il padre di Gloria, il designer Luigi Sormani (1932-2017), fondò la sua omonima azienda di design ad Arosio nel 1961 con l'obiettivo di sfruttare metodi di produzione modernizzati - rinunciando alle tecniche e ai materiali tradizionali ed artigianali italiani in favore del palissandro brasiliano importato, delle finiture laccate lucide e, successivamente, di plastica ed alluminio high-tech - abbracciando al tempo stesso il linguaggio visivo avanguardistico della Space Age. Nelle due decadi successive, Sormani si è giustamente guadagnato un posto importante nel mondo del design, spesso grazie a collaborazioni con designer italiani visionari come Joe Colombo, Carlo De Carli , De Pas-D’Urbino-Lomazzi, Gio Ponti, Studio A.R.D.I.T.I., Claudio Salocchi, e molti altri ancora.
Luigi Sormani fu uno dei primi imprenditori del design a comprendere l'importanza della promozione del marchio "Made in Italy" a livello internazionale. Negli anni '60 assunse un ruolo attivo alla Federlegno, la federazione italiana dei produttori di mobili, incoraggiando le aziende italiane a lasciare un'impronta forte in fiere internazionali come la Kölnmesse in Germania, il Salon du Meuble a Parigi, e la mostra European Living Art in Giappone, e, naturalmente, il Salone del Mobile di Milano, al tempo una novità sulla scena del design. Oggi l'eredità di Sormani può essere trovata nelle collezioni museali di tutto il mondo, dal MoMA di New York al National Museum of Art di Kyoto, così come nelle pagine di libri di design storici che documentano prodotti iconici italiani degli anni '60, '70 e '80.
In seguito alla morte di Luigi Sormani l'anno scorso, Gloria iniziò a riflettere su come poter ricordare e celebrare l'impatto dell'operato di suo padre sul mondo del design. Si accorse che molti contemporanei di Sormani, come Cassina, B&B Italia, Kartell, e Artemide, sono ancora molto conosciuti e rispettati, mentre l'azienda della sua famiglia aveva avuto un destino diverso - ricordata oggi solo da veri esperti del settore. E quindi si rese conto dell'importanza che poteva avere la rivitalizzazione della storia di Sormani restaurando ed esibendo la collezione privata della famiglia. Gloria mi ha invitata a vedere in anteprima i progressi fatti finora.
Appena entrata nel magazzino di Sormani, vengo sopraffatta da scaffali pieni di scatole di viti ed ombre. Gloria apre una porta e rivela l'impressionante collezione di pezzi vintage di Sormani - un paradiso del design distribuito su tre piani, ognuno con la sua atmosfera e la sua storia da raccontare. Il primo piano è disposto più o meno come uno showroom, con straordinari disegni in ogni angolo. In uno degli armadietti trovo un set di posate firmato Ponti. Sul retro della stanza, una grande credenza straripa di disegni originali, fotografie e un modello del primo catalogo Sormani del 1961, che organizza i prodotti in base ai designer e mostra i pezzi sia da soli che sistemati in incantevoli interni. Gloria mi guida tra i cimeli dall'archivio, come le immagini della fabbrica dell'azienda in fiamme - un atto di terrorismo sofferto dalla compagnia negli anni '70, periodo in cui l'Italia viveva una tumultuosa instabilità economica e politica.
Al secondo piano del magazzino sono rimasti gli ex uffici e gli spazi di lavoro di Sormani, con appesi all muro ritagli di giornali vintage accanto a lettere di Ponti e altri designer. Un articolo racconta di quando Luigi Sormani fu rapito per trentatré giorni da una banda sconosciuta, secondo quanto si dice. Gloria era un'adolescente all'epoca, ma ricorda vividamente la sofferenza della famiglia nel non sapere dove si trovasse suo padre. Rammenta anche il suo aspetto quando finalmente tornò a casa. Dopo l'accaduto, le cose cambiarono e la società Sormani non fu più la stessa.
Arriviamo al terzo piano e Gloria mi mostra un paio di pezzi a cui è particolarmente legata e che non venderà mai. Stravede in particolare per il sistema Additional Seating di Colombo del 1968, che, come spiega lei stessa, era così straordinario che altre aziende non riuscirono a trovare un modo per produrlo senza alterarne drasticamente il design e il comfort. Ma grazie alla determinazione e all'ingegnosità di Luigi Sormani, il design Colombo fu poi realizzato con cuscini in schiuma su un supporto tubolare in acciaio con clip metalliche: uno dei modelli più iconici dell'opera Sormani.
Ripristinando questi rari disegni di Sormani, riassemblandoli in un contesto che mette in luce i diversi traguardi di suo padre, Gloria ricoprirà un ruolo fondamentale nell'ampliamento della già ricca storia del design italiano del XX secolo. Suo padre credeva che tutto fosse possibile e che esistesse una soluzione di design per ogni problema. L'ottimismo, l'inventiva e la tenacia di Luigi non possono essere dimenticati. Grazie a Gloria, suo padre si riapproprierà del suo posto tra gli eroi del design.
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Traduzione di
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Natalia di Giammarco
Nata e cresciuta a Roma, Natalia ha studiato lingue straniere a Roma e successivamente a Berlino. Sebbene la bellezza della sua città le manchi, l'eccentricità della capitale tedesca l'ha sempre incantata. Le sue passioni includono il cinema, la cucina, il teatro, i viaggi, e ovviamente la traduzione - ma le piace anche semplicemente crogiolarsi al sole per ore con un buon libro o con della buona musica.
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Testo di
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Veronique Schuermans
Belgian Veronique studied linguistics (French and German) and originally moved to Berlin to study economics. Today, she’s part of our wonderful sourcing team, and she’s equally passionate about design and pastries.
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