Installazioni stellari alla Milano Design Week
Cose belle
Lo spettacolo della Milano Design Week di quest'anno ci sta ancora facendo girare la testa; come ogni anno, è stata una festa per gli occhi. In questa edizione in particolare, però, abbiamo notato un gran numero di istituzioni e singoli che hanno scelto di utilizzare la loro piattaforma come trampolino di lancio per idee più profonde del solito. Siamo stati circondati da riflessioni del mondo del design sul mondo contemporaneo e sul nostro stile di vita, e da visioni di possibili mondi futuri (alcune giocose, altre più soffuse) - spesso nella forma di fantastiche installazioni di ispirazione astrale. Dai un'occhiata alle nostre preferite.
Esposta a La Triennale di Milano, l'ambiziosa mostra Broken Nature di Paola Antonelli ha fornito la chiave di lettura per le altre installazioni, concentrandosi sull'impatto del design sul mondo che ci circonda. In grado di far riflettere (mostrandoci i seri danni inflitti dall'uomo al nostro pianeta) senza però mancare di essere d'ispirazione, la mostra ha preso in considerazione un design rigenerante, raccontando la storia di tre decadi di oggetti ed idee che mettono in discussione la nostra relazione con l'ambiente, "con lo scopo di esplorare il potenziale del design come medium tra i cambiamenti della società e dell'ambiente."
Contemporaneamente, presso il museo Leonardo Da Vinci, il marchio di lusso italiano Tod ha lavorato con Studio Andrea Caputo per realizzare No_Code Shelter: Stories of Contemporary Life, una presentazione composta da video interviste a visionari contemporanei (un astronauta, uno studio di design, un imprenditore, ecc.) e allestita in rifugi architettonici tradizionali a grandezza naturale, tra cui una yurta e una tenda indiana, ad esempio. I video, splendidamente diretti e realizzati, esploravano la vita contemporanea attraverso conversazioni sul modo in cui continuiamo a vivere sullo sfondo di un clima in rapido cambiamento. In breve, l'installazione ha analizzato e raccontato l'evoluzione dei nostri codici sociali e delle nostre usanze, cercando di aiutarci a capire come potremmo navigare il mondo del domani.
Dall'altra parte della città, presso il sempre affascinante Nilufar Depot di Nina Yashar, le cose avevano un'aria decisamente più giocosa, con Far, una fantastica mostra curata da Studio Vedèt e magnificamente allestita da Space Caviar. Descritta come un "viaggio in una galassia di designer emergenti", l'installazione ispirata allo spazio (dando l'illusione che un design "parassita" fosse appena atterrato) ha voluto mettere sotto i riflettori una nuova generazione di design - tra cui Alberto Vitelio, Odd Matter
, Destroyers/Builders
, Michael Schoner, Wendy Andreu, e altri - preparando il terreno per il futuro del design, e ricordando allo stesso tempo "gli esperimente radicali di un'era passata."
Ancora una volta, Vogue Italia ha aperto i suoi uffici al pubblico in occasione della Milano Design Week, mostrandoci quest'anno una rivisitazione dell'idea di ufficio disegnata da diversi designer, tra cui David/Nicolas
, Massimiliano Locatelli, e Rafael de Cárdenas, i quali hanno riflettuto sul mondo del lavoro moderno ed il suo continuo cambiamento. Il futuristico concept del newyorkese De Cárdenas, qui sopra, trae la sua ispirazione da Ultima Thule, un fossile "alieno" localizzato nella fascia di Kuiper.
Le cose hanno preso una piega sexy e space-age con l'ultima collezione del designer californiano/svizzero d'adozione Ini Archibong, disegnata per il marchio francese Sé. Questo nuovo talento sta decisamente creando scompiglio nel mondo del design, e questo suo lavoro toglie ogni dubbio sul perché. Assolutamente mozzafiato.
Presso Villa Mozart invece, Nendo ha fatto quello che sa fare meglio; giocare con forme a prima vista semplici per risultati incredibili. I nostri cuori si sono sciolti per Melt, una collezione di sedie, tavoli, ed altro arredamento, realizzata utilizzando come forza modellante la forza di gravità(!). Oki Sato di Nendo ha decisamente messo alla prova gli esperti artigiani di Wondergalss, per un favoloso risultato finale che, contemporaneamente futuristico e senza tempo, ha fatto calare uno stupefatto silenzio sulla normalmente chiassosa folla della fiera.
Attenzione a questi nuovi arrivati! Il nuovissimo marchio francese Theoreme Editions ha fatto il suo debutto con un insieme di opere deliziosamente chic disegnato da un talentuosa squadra di giovani designer francesi. Fresca ed originale, a tratti voluttuosa, lineare, giocosamente space-age, ed elegante, la collezione è stata semplicemente magnifique.
Ospitata da Ventura Centrale, Tides, una collaborazione tra Kwangho Lee e Wang & Söderström per Noroo, ha trovato la sua ispirazione nei mondi interconnessi della "danza gravitazionale tra Luna, Terra, e Sole." Questa installazione ultraterrena ha ricreato il momento magico della bassa marea tramite colori e luci cangianti, pozzanghere riflettenti, e splendidi oggetti di design punteggiati - un tributo ai "vigorosi ritmi della natura."
Ultimo ma non per importanza, il progetto Hacker di Manuel Coltri e DWA Design Studio, curato da Paolo De Vivo ed ospitato da Alcova, ci ha fatto sognare ad occhi aperti. L'attuale attenzione del mondo del design al tema della consapevolezza ambientale ha dato luce a moltissimi progetti davvero notevoli, realizzati tramite processi responsabili, e con materiali sostenibili; ma questo lavoro, che riutilizza splendidamente gli scarti di lavorazione del marmo, ha decisamente fatto centro.
Ciao per ora! All'anno prossimo!
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Traduzione di
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Valeria Osti Guerrazzi
Nata e cresciuta nella Città eterna, Valeria non è mai riuscita a reprimere il suo (irrazionale) amore per la fredda ma multicolore Berlino, dove si è trasferita non appena uscita dalla Sapienza di Roma, con una tesi su Dostoevskij. Lavora come traduttrice per Pamono, e nel suo tempo libero ama perdersi tanto in un buon libro, quanto nella natura con la sua cagnolina Pepper.
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