R. Buckminster Fuller

Stati Uniti

L'americano Richard Buckminster “Bucky” Fuller, inventore, professore, architetto, designer e scrittore, fu uno dei visionari del XX secolo. Per oltre cinquant'anni lo scopo della sua esistenza è trovare nuovi metodi di impiego delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita dell'uomo.

Nato nel 1895 a Milton, Massachusetts, Fuller mostra già in tenera età una profonda consapevolezza del mondo che lo circonda, tanto naturale quanto creato dall'uomo. I suoi anni di formazione coincidono con un'epoca di radicali e rapide trasformazioni storiche e scientifiche. Da bambino Fuller mostra già doti di osservazione e riflessione notevoli, spesso da punti di vista insoliti ed originali - ad esempio si domanda perché l'uomo tenda ad utilizzare figure geometriche come quadrati e rettangoli come base architettonica.

Fuller si iscrive alla Harvard University, da cui viene però espulso due volte, e non finirà mai gli studi. Lavora ad intermittenza in una fabbrica tessile, e come operaio nell'industria della carne. Tra il 1917 ed il 1919, durante la Prima guerra mondiale, presta servizio nella Marina americana, dove inventa un argano che poteva essere utilizzato per soccorrere piloti colpiti e precipitati in mare.

Nel 1922 la figlia di Fuller muore per polio e meningite all'età di quattro anni; convinto che la causa della malattia fosse l'ambiente umido e malsano della sua casa, Fuller decide di dedicare la sua vita al miglioramento delle condizioni abitative moderne. Nel 1927 si trasferisce a New York, dove stringe amicizia con il designer Isamu Noguchi (1909-1988): i due rimarranno amici per tutta la vita, e cominceranno una collaborazione professionale - tra i frutti di essa c'è la famosa macchina Dymaxion (1933). Questo veicolo a tre ruote dalla precisione di manovra imbattibile, che non verrà mai messo in produzione a causa di un drammatico incidente, è completamente diversa da qualunque altra auto dell'epoca. Questo primo fallimento insegnerà lentamente a Fuller a non lasciarsi scoraggiare, in quanto solo da essi si può davvero imparare.

Il nome Dymaxion viene da allora in avanti associato con un gran numero di design di Fuller, in quanto questa parola, creata dall'unione di “dynamic” e “maximum", incarna alla perfezione il suo lavoro - basato su funzionalità ed efficienza, e sul principio del "fare di più con meno". I progetti di Fuller hanno sempre lo scopo di migliorare la condizione umana e del pianeta, toccando ogni aspetto dei problemi dei suoi tempi: alloggio, trasporti, questione ecologica e ambientale, educazione, energia. La sua casa Dymaxion (1927), nota in origine con il nome 4D, è la soluzione dell'inventore all'alloggio di massa: questa struttura modulare di appartamenti è economica, estremamente facile da erigere, e può essere facilmente trasportata.

Dal 1947 in poi, Fuller dedica la maggior parte del suo tempo al suo design più ammirato e conosciuto, la cupola geodetica. Comincia il progetto con alcuni suoi studenti presso il noto Black Mountain College nel North Carolina, dove insegna nelle estati del 1948 e 1949. Come i suoi progetti precedenti, la cupola geodetica è leggerissima, economica, e facile da costruire - e soprattutto l'equilibrio tra forza di compressione e tensione è rivoluzionario. Il progetto ha uno straordinario successo - oggi esistono più di 300.000 cupole geodetiche nel mondo, tra cui la Montreal Biosphère per l'Expo mondiale di Montreal nel 1967, creata da Fuller e Shoji Sadao, il suo partner.

Fuller muore nel 1983 per un arresto cardiaco poco prima del suo 88° compleanno. Nella sua vita ottiene 28 brevetti e vince innumerevoli premi, tra cui la Architects Gold Medal Award (1970), la Presidential Medal of Freedom (1983), e 47 lauree honoris causa. L'impatto del suo lavoro sul mondo è ancora molto forte, grazia alla sua eredità nel settore del design sostenibile.