La fiera del design Operae a Torino offre nuove e creative risposte ad annose domande
Why Design?
Qual è lo scopo del design? A cosa può servire, e quali messaggi vuole riflettere? Come può rispecchiare al meglio i valori della nostra società contemporanea? A questi interrogativi cerca di dare risposta la curatrice Alice Stori Liechtenstein con il suo lavoro di organizzazione per l'edizione 2017 di Operae, dal titolo “Why Design?”
Ospitata dal Lingotto di Torino - una vecchia fabbrica Fiat trasformata da Renzo Piano negli anni '80 in centro culturale - Operae è un evento di design indipendente che quest'anno celebra il suo ottavo compleanno. Come altre fiere annuali internazionali del mondo del design, Operae offre una piattaforma espositiva e di confronto tanto a designer quanto a gallerie, che hanno così la possibilità di presentare i loro pezzi ad un pubblico di giornalisti, critici, entusiasti, e collezionisti di design. Il crescente successo dell'evento deriva però dalla sua capacità di distanziarsi dalla competizione; ogni anno il curatore o la curatrice della fiera sceglie e sviluppa un tema provocatorio, che poi gli espositori dovranno sviluppare, ed esplorare nella loro presentazione. Inoltre il programma dell'evento è arricchito da una quantità di laboratori, workshop, e conferenze, oltre che da una comunicazione che incoraggia il dialogo commerciale. La combinazione di dedizione allo sviluppo tematico e di impegno nella creazione di possibilità lavorative, si è rivelata vincente, rendendo Operae un centro di energia positiva.
Quest'anno la sezione delle gallerie di Operae include 14 espositori, italiani e non, (Galleria Luisa delle Piane, Great Design Gallery, e Swing Design Gallery, tra gli altri) che offrono una variopinta selezione di oggetti di design di lusso prodotti in piccole quantità, realizzati a mano, e concettuali. Sebbene l'approccio all'estetica e alla funzione dei vari pezzi possa variare da una galleria all'altra, ognuno di essi sottolinea un interesse profondo e dedicato al mondo del design contemporaneo da collezione, cercando di accordare sempre meglio tradizioni artigianali, tecnologie all'avanguardia, e valori sociali.
Design indipendenti ed autoprodotti occupano una sezione separata di Operae: sebbene il lavoro di questo gruppo sia più accessibile dal punto di vista economico rispetto a quello esposto dalle gallerie, rispecchia comunque la stessa (se non maggiore) dedizione alla qualità - e soprattutto alle prerogative intellettuali dei loro prodotti. L'eredità dell’alto artigianato italiano è espressa splendidamente nel lavoro di 4P1B, Portego, Stories of Italy, e Zpstudio. Altri artisti indipendenti, invece, si sono dedicati alla sperimentazione avanguardista - tra i risultati più incredibili annoveriamo l'installazione sognante ed immersiva di Alice Valfrè, la reinterpretazione pop delle fontane da interni di Arthur Hoffner, l'illuminazione delicata e profumata di Astrid Luglio, e gli specchi "superstiziosi" in vetro soffiato di Dafi Reis Doron.
Altri progetti indipendenti degni di nota includono Love Me Love Me del collettivo milanese Mamarocket, il quale ha assemblato il lavoro di diversi studi (Serena Confalonieri, Foro Studio, Reiecta, Sovrappensiero, e Dozen in partnership con Marco Ripa): ogni pezzo sostiene e difende il diritto di amare e di essere amati. Lo studio Tellurico, con base ad Eindhoven e diretto dall'italiano Francesco Pace, illumina le stranezze del funzionamento del cervello umano nella collezione Familiar Stranger: questa serie di oggetti indefiniti lavorati a mano è modellata su forme invisibili all'occhio umano - ricavate da scatti in rapida successione di oggetti familiari in movimento; come risultato, lo spettatore deve sforzarsi per isolare il fastidio derivato da questa dissonanza cognitiva, per poter identificare l'oggetto originario, e comprenderlo. Infine, Nadja Zerunian di zerunianandweisz gioca con ilconcetto conflittuale che bellezza significhi bontà in un set di vassoi creati artigianalmente e dall'estetica raffinata, in cui posano elementi potenzialmente pericolosi.
Dal 2014 una delle componenti di maggior rilievo nella storia di Operae è "Piemonte Handmade" (PHM), un programma che invita gruppi di galleristi, studi di design, ed artigiani piemontesi a collaborare ad una collezione completamente nuova. Quest'anno sono presenti dieci gruppi, e tra i progetti di spicco includiamo Chest of Wonders, una panca squisitamente realizzata ed intagliata, disegnata da Matteo Cibic, prodotta da DOC, e supervisionata da Secondome Gallery; e Medusa, una seduta sospesa foderata in pelle riccamente decorata, disegnata da Elena Salmistraro, creata da Trakatan, e supervisionata da Camp Gallery. Ma dobbiamo ammettere che scegliere il preferito è un'impresa impossibile, in quanto tutti i progetti PHM sono stupendi.
Abbiamo fatto i complimenti alla nostra amica, la curatrice Stori Liechtenstein, per questo evento così riuscito e ben realizzato. Quando le abbiamo chiesto un giudizio sul risultato di questa edizione di Operae, ci ha detto: "Sono decisamente contenta di questa edizione di Operae. La rassegna è decisamente riuscita a mostrare quanto possa essere differenziato e variopinto il concetto di design, e come la disciplina necessiti di più di una definizione. La separazione tra oggetto d'arte ed oggetto di design è ormai puramente accademica - una volta entrati nella nostra casa, nella nostra vita, entrambi coesistono felicemente, creando bellezza insieme. Gli oggetti sono, in fin dei conti, un mezzo per raccontare una storia. Personalmente, non vedo l'ora di continuare a sviluppare il lavoro di gallerie!"
Così come per la scorsa edizione, curata da Annalisa Rosso, anche quest’anno abbiamo particolarmente ammirato il dinamico mix di designer noti ed esordienti, e di concettualità ed artigianato. Siamo curiosi di sapere chi saranno i protagonisti l'anno prossimo!
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Traduzione di
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Valeria Osti Guerrazzi
Nata e cresciuta nella Città eterna, Valeria non è mai riuscita a reprimere il suo (irrazionale) amore per la fredda ma multicolore Berlino, dove si è trasferita non appena uscita dalla Sapienza di Roma, con una tesi su Dostoevskij. Lavora come traduttrice per Pamono, e nel suo tempo libero ama perdersi tanto in un buon libro, quanto nella natura con la sua cagnolina Pepper.
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Testo di
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Carlotta Trevaini
Originaria di Torino, in Italia, Carlotta fa parte del nostro adorabile sourcing team, ed è anche una grande fan dell’arte urbana e del caffè. Prima di arrivare a Berlino Carlotta ha esplorato l’Australia e studiato economia e scienze politiche in Italia e nel sud della Germania. Anche se le manca vedere le Alpi all’orizzonte, ama il panorama artistico della città e il suo ambiente così spontaneamente multiculturale.
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