Come Matylda Krzykowski sta cambiando il mondo del design contemporaneo


Mai fare le cose a metà

Di Gretta Louw

Matylda Krzykowski è una originale. Anche nel mondo del design, pieno di persone crtiche e creative, Krzykowski spicca su tutti, andando sempre per la propria strada senza compromessi - rifiutandosi di seguire mode predefinite, e ignorando regole dettate da altri. Ciò include la più totale noncuranza delle categorie in cui si divide il mondo del design. Krzykowski è insomma davvero una designer a tutto tondo, che insegue progetti d'arte e design allo stesso modo e con lo stesso entusiasmo, accettando lavori da curatrice, membro di giurie, professoressa e mentore. E questa giovane donna ha appena iniziato a far sentire la sua voce.

Fin dalla primavera siamo in contatto con Krzykowski - l'abbiamo incontrata per un drink su un balcone sul Reno, e ad una mostra presso la Haus der Elektronische Künste di Basilea - ci siamo scritti dozzine di email, e siamo infine andati a trovarla nel suo incredibile appartamento berlinese, per cercare di catturare almeno una piccola parte della forza creativa del suo mondo.

In linea con l'idea che l'interno rispecchi la personalità della persona che vi abita, l'appartamento di Krzykowski è dinamico, forte, e pieno di sorprese. Quando le chiediamo degli innumerevoli angoli monocromatici della casa, ci dice che "avere pareti bianche e pavimenti in legno è come possedere una sedia Eames - non hai preso nessuna decisione, stai semplicemente facendo quello che fanno tutti." Cercando di descrivere il suo gusto per l'arredamento, potremmo cercare di avvicinarci ad una descrizione fedele utilizzando aggettivi come eclettico e contemporaneo; "tutto ciò che segna il nostro tempo, dall'arredamento all'arte e agli oggetti decorativi", è la definizione che ne dà lei stessa, e ci mostra alcuni dei suoi pezzi preferiti, tra cui il tavolo OS di Lukas Wegwerth, un prototipo della sedia Well Proven di Marjan van Aubel e James Shaw, ed un pezzo tessile della prima Hana Milec. L'incredibile letto cubico in legno grezzo, è una creazione di Krzykowski stessa; insolitamente alto, bisogna arrampicarvisi per poter dormire. "Ho costruito così il mio letto perché mi ricorda ogni giorno l'infanzia, quando tutti i pezzi d'arredamento sono pensati per gli adulti e sembrano una sfida ed un gioco continui." L'appartamento di Krzykowski, come la sua vita, è un'avventura.

Nata in Polonia, Krzykowski si è trasferita con la sua famiglia in Germania, nel bacino della Ruhr, quando aveva quattro anni, ed ha studiato all'Accademia delle belle arti e di design di Maastricht, prima di essere accettata presso l'esclusiva accademia Van Eyck nel 2014. La geografia non è mai stata un limite per lei, e durante i suoi dieci anni di vita e studio nei Paesi Bassi, Krzykowski era già al lavoro per diventare una figura chiave sulla scena underground di Londra e Basilea. Nel 2011 co-fonda lo spazio di design Depot Basel, il cui progetto artistico dinamico è dedicato alla critica e allo scambio teorico su livello internazionale, ed a progetti di design in giro per l'Europa per clienti come il Vitra Design Museum ed il Victoria and Albert Museum, oltre ad occuparsi di mostre ed eventi artistici nel ruolo di curatori. Nell'ultimo anno è stata basata a Berlino, ma non rimane mai ferma in un luogo per più di una settimana - incontri e conferenze a Basliea, eventi a Londra, lezioni a Kiel dove insegna come guest professor internazionale all'Università delle belle arti e di design Muthesius.

Desktop Exhibition, Art of Showing - Z33, curata da Matylda Krzykowski Immagine per gentile concessione di Matylda Krzykowski
I progetti di Krzykowski sono tanto interessanti quanto variopinti, ed includono una collaborazione di due anni con la galleria newyorkese Chamber, per la quale ha curato tre mostre con più di cento pezzi; un'incredibile collezione di arte da indossare, da lei commissionata ai suoi amici designer di Fashionclash, nei Paesi Bassi; e la sua serie di Desktop Exhibitions, presentazioni pubbliche tenute su schermi di computer. La sua passione per il design come mezzo di comunicazione, dissenso, riflessione e pensiero anarchico, trova sfogo in tutte le direzioni. "Oggigiorno si può raggiungere praticamente chiunque, e creare di tutto", insiste; e, sedendole di fronte, è difficile opporsi alle sue idee; ha una forza travolgente, generata dall'ambizione e dall'onesto desiderio di dare vita ad un cambiamento positivo nell'industria del design. "Come si può criticare qualcosa continuando a farne parte?" è una domanda che incontriamo in ogni progetto di Krzykowski.

Messo al momento in pausa, il progetto Depot Basel - di cui Krzykowski era direttrice artistica - era nato proprio attorno a questa provocazione. "Un'istituzione come un museo", dice Krzykowski , "ha bisogno di produrre costantemente qualcosa, invece di creare quando neccessario, e solo quello di cui ha davvero bisogno." Depot Basel è stato un tentativo di proporre un'alternativa: con ogni nuovo progetto, il gruppo era libero di decidere il miglior modo di affrontarlo ed esplorarne il tema - con un dibattito, un laboratorio, una pubblicazione, od una commissione diretta. Non vi erano regole prefissate, né aspettative cui rispondere. "Il mio approccio è da designer - è così che percepisco il mondo."

Matylda Krzykowski nel suo appartamento di Berlino Foto di Pedro Gething
Krzykowski affronta ogni sfida con lo stesso rigore, la stessa volontà di mettere in discussione l'ordine delle cose - il suo ruolo di insegnante incluso. Per il suo corso ‘Muthesius Parallax’ presso l'Università Muthesius, Krzykowski sta incoraggiando i suoi studenti a creare un "mondo parallelo alla scuola in cui ci troviamo"; vuole portarli ad immaginare in maniera nuova il loro luogo di apprendimento, e li sta portando alla realizzazione di una presentazione che avrà luogo alla Biennale di Design di Istanbul. “Imparo dai miei studenti tanto quanto loro imparano da me", ci dice quando ci parla della propria passione per l'insegnamento. Gli studenti di quest'anno saranno però gli unici a poter approfittare dell'approccio unico di Krzykowski, in quanto si trasferirà negli Stati Uniti in autunno per insegnare alla School of the Art Institute of Chicago presso il dipartimento di Architecture, Interior Architecture, and Designed Objects.

Ma Krzykowski guarda sempre al futuro, pertanto non ci sorprende il poco tempo che dedica alle icone del design. "Non ho preferiti tra i design storici, mi rispecchio nel presente - forse anche perché sono dubbiosa riguardo le prove storiche che abbiamo." Se invece le si domanda chi andrebbe tenuto d'occhio al momento, e del lavoro di chi si è innamorata, la reazione è completamente diversa: "La lista è lunghissima, e diversa ogni giorno. Vi elenco i primi nomi che mi vengono in mente in un minuto. Bertille Laguet, Jing-He, Anja Jaworska, Simone C. Niquille, Annika Frye, Addie Wagenknecht, Sophie Jung, Valerie van Zuijlen, Marjan van Aubel, Johanna Grawunder, Ilona Gaynor, Nina Paim, Maria Jeglinska, Hilda Hellström, Katrin Greiling, Zohra Opoku, Hana Miletic, Alice Wong, Navine G. Khan-Dossos, Anja Kaiser, Saša Štucin, Kaja Kusztra.” Parlando del dialogo con i propri colleghi, ci spiega che "il lavoro è sempre migliore quando mi trovo in una stanza piena di persone."

Alla fine, Krzykowski è difficile da delineare, tanto mutevole è la sua figura nel mondo del design - ma anche perché, probabilmente, non le importa di seguire il sentiero più battuto. "La gente mi conosce per fare quello che gli altri non vogliono fare", ci riassume. I suoi obbiettivi sono rivoluzionari: come rinegoziare il design? Come aprire la porta a nuovi aspetti della disciplina? "Esistono già abbastanza istituzioni che collezionano e conservano quello che è stato fatto, rendendo così il design qualcosa di oggettivo", dice. La sua visione va ben oltre. 

Ne riusciamo ad intravedere una parte, quando le chiediamo cosa pensa manchi nel panorama del design attuale. "Una Designhalle, come una Kunsthalle [la case d'arte contemporanee che punteggiano la Germania], dove concentrarsi sulla produzione e sulla comunicazione contemporanea. Io ne potrei essere la direttrice." Ha ragione, sarebbe fantastico.

  • Testo di

    • Gretta Louw

      Gretta Louw

      Gretta, australiana di origini sudafricane e attualmente in Germania, è un’artista multidisciplinare giramondo e un’amante delle lingue. Ha una laurea in psicologia, e tende decisamente verso l’avanguardia.
  • Traduzione di

    • Valeria Osti Guerrazzi

      Valeria Osti Guerrazzi

      Nata e cresciuta nella Città eterna, Valeria non è mai riuscita a reprimere il suo (irrazionale) amore per la fredda ma multicolore Berlino, dove si è trasferita non appena uscita dalla Sapienza di Roma, con una tesi su Dostoevskij. Lavora come traduttrice per Pamono, e nel suo tempo libero ama perdersi tanto in un buon libro, quanto nella natura con la sua cagnolina Pepper.

Scopri altri prodotti