Table designed by Bodil Kjær in 1959. Danish architect, professor, and designer, Bodil Kjær. The iconic desk, designed in 1959, was the first of its kind with its pure and simplistic design, almost floating mid-air. Bodil Kjærs’ design has been called ‘The most beautiful desk in the world’ – or, the ‘James Bond desk’ as it was featured prominently in three early Bond movies. Important information regarding images of products: Please note that some images show other colors and variations of the model, these images are only to present interior design proposals. The item that is selling is on the first image. Important information regarding color(s) of products: Actual colors may vary. This is due to the fact that every computer monitor, laptop, tablet and phone screen has a different capability to display colors and that everyone sees these colors differently. We try to edit our photos to show all of our products as life-like as possible, but please understand the actual color may vary slightly from your monitor About the designer: She has been featured in The New York Times and Wall Street Journal Magazine. She designed a desk for MIT which was dubbed 'The most beautiful desk in the world' and eventually immortalized in 3 early James Bond movies. Danish architect, designer and professor Bodil Kjær (born 1932) is the female trailblazer of Danish midcentury design, who although tutored by modernist master Finn Juhl, in her own words "... never had much interest in following in the footsteps of the Danish rat pack". Kjær looked to America, inspired by Charles and Ray Eames, and indeed many of her most notable designs stems from her time in the U.S., where she briefly worked at Paul McCobb, before moving to Boston to further her career in corporate interior architecture. Kjær's reignited prominence as a designer in later years is well deserved. Pared back, elegant and decidedly modern, her iconic pieces slip effortlessly into contemporary life 60 years on.
Tavolo progettato da Bodil Kjær nel 1959. Architetto, professore e designer danese, Bodil Kjær. L'iconica scrivania, progettata nel 1959, è stata la prima del suo genere con il suo design puro e semplicistico, quasi fluttuante a mezz'aria. Il design di Bodil Kjærs è stato definito "la scrivania più bella del mondo" o la "scrivania di James Bond", in quanto è stata protagonista di tre dei primi film di James Bond. Informazioni importanti sulle immagini dei prodotti: Si prega di notare che alcune immagini mostrano altri colori e varianti del modello, queste immagini sono solo per presentare proposte di interior design. L'articolo in vendita si trova nella prima immagine. Informazioni importanti sui colori dei prodotti: I colori reali possono variare. Ciò è dovuto al fatto che ogni monitor di computer, laptop, tablet e telefono ha una capacità diversa di visualizzare i colori e che ognuno vede questi colori in modo diverso. Cerchiamo di modificare le nostre foto per mostrare tutti i nostri prodotti nel modo più realistico possibile, ma vi preghiamo di comprendere che il colore reale può variare leggermente dal vostro monitor: È stata pubblicata sul New York Times e sul Wall Street Journal Magazine. Ha progettato una scrivania per il MIT che è stata soprannominata "La scrivania più bella del mondo" e alla fine è stata immortalata in 3 film di James Bond. L'architetto, designer e professore danese Bodil Kjær (nata nel 1932) è la pioniera del design danese di metà secolo, che sebbene sia stata istruita dal maestro modernista Finn Juhl, secondo le sue stesse parole "... non ha mai avuto molto interesse a seguire le orme del gruppo di topi danesi". Kjær guardò all'America, ispirata da Charles e Ray Eames, e in effetti molti dei suoi progetti più notevoli derivano dal periodo trascorso negli Stati Uniti, dove lavorò per un breve periodo presso Paul McCobb, prima di trasferirsi a Boston per proseguire la sua carriera nell'architettura d'interni aziendale. L'accresciuta importanza di Kjær come designer negli ultimi anni è ben meritata. Poco impegnativi, eleganti e decisamente moderni, i suoi pezzi iconici si inseriscono con disinvoltura nella vita contemporanea a 60 anni di distanza
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