train, Futurism, 30s, speed study for the "express train" advertising poster 1937 France Paolo Federico Garretto studied architecture in Rome, but since he was a student he devoted himself to graphics [1]. He began working as a caricaturist and advertising painter in London and in 1930 in Paris. Subsequently he moved to Turin, [2] as correspondent and draftsman, for the Gazzetta del Popolo, from Paris and from New York. In Italy he has collaborated, always as a designer, from 30 onwards to Nature, La Lettura, La Rivista illustrata del Popolo d'Italia, Il Becco giallo [3], Arbiter, Humor, etc. His caricatures of him attracted, again in the thirties, the attention of some foreign newspapers and magazines, of which he became a collaborator. Among them, Vanity Fair, The New Yorker, Fortune and House & Garden. Moving to the United States, he was forced to return to Italy, following the outbreak of the war. The refusal of the order by the Nazis to make caricatures of Roosevelt and other allied political leaders cost him deportation and imprisonment in Hungary until 1942. [4] After the war, he worked for the magazine Epoca [5]. In 1956 the Italian Advertising Federation awarded him the gold medal. He died on August 3, 1989 in Montecarlo,
treno, Futurismo, anni 30, studio di velocità per il manifesto pubblicitario "treno espresso" 1937 Francia Paolo Federico Garretto ha studiato architettura a Roma, ma fin da studente si è dedicato alla grafica [1]. Inizia a lavorare come caricaturista e pittore pubblicitario a Londra e nel 1930 a Parigi. Successivamente si trasferisce a Torino, [2] come corrispondente e disegnatore, per la Gazzetta del Popolo, da Parigi e da New York. In Italia ha collaborato, sempre come disegnatore, dal 30 in poi a Nature, La Lettura, La Rivista illustrata del Popolo d'Italia, Il Becco giallo [3], Arbiter, Humor, ecc. Le sue caricature attirarono, sempre negli anni Trenta, l'attenzione di alcuni giornali e riviste straniere, di cui divenne collaboratore. Tra questi, Vanity Fair, The New Yorker, Fortune e House & Garden. Trasferitosi negli Stati Uniti, fu costretto a tornare in Italia, in seguito allo scoppio della guerra. Il rifiuto dell'ordine dei nazisti di fare caricature di Roosevelt e di altri leader politici alleati gli costò la deportazione e la reclusione in Ungheria fino al 1942. [4] Dopo la guerra, lavorò per la rivista Epoca [5]. Nel 1956 la Federazione Italiana della Pubblicità gli conferì la medaglia d'oro. Morì il 3 agosto 1989 a Montecarlo,
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