Beautiful and important painting attributed to the great 19th-century artist Ippolito Caffi.
Tempera on canvas pasted on panel.
Depicts the Bay of Naples in all its resplendent beauty and portrayed with rare intensity and touching atmosphere.
Fishermen's boats in the foreground, while in the background stand out the celebrated forms of the Vomero hill and Vesuvius with a plume of smoke.
Signed and dated lower right “Caffi 1840”
This artwork, never before on the market, comes from an important European private collection and is beautified by an impressive antique frame in gilded wood, in almost perfect condition.
Every item of our Gallery, upon request, is accompanied by a certificate of authenticity issued by Sabrina Egidi official Expert in Italian furniture for the Chamber of Commerce of Rome and for the Rome Civil Courts.
Ippolito Caffi (1809–1866) was an Italian painter of architectural subjects and seascapes or urban vedute.
He was born at Belluno.
His first works were produced at the Academy of Fine Arts of Venice.
By 1830, he had won awards for his vedute at the academy.
He subsequently moved to Rome, made some reputation by his treatise on perspective, as well as by his investigations on Roman archaeology.
In 1843 he visited Greece and the East (Athens, Constantinople, Syria, Egypt, and Malta).
The first work of his that created a sensation was Carnival at Venice.
This was exhibited at Paris in 1846, and was admired for its brilliant effects of light.
Other works are his Panorama of Rome from Monte Mario, Isthmus of Suez, and Close of the Carnival at Rome. He joined revolutionary movements in Venice in 1848, and had to retire into Piedmont.
His aim of commemorating in paint the first Italian naval engagement was frustrated when the Re d' Italia, on which he travelled, was destroyed on 20 July 1866 by the Austro-Venetian fleet at the battle of Lissa, drowning him along with his comrades.
In 2005–2006, an exhibition on Ippolito Caffi was held in his native Belluno.
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Dimensions are frame included
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Il dipinto è corredato da una bellissima cornice in legno e pastiglia dorata all’oro zecchino coeva e protetto da vetro
Ippolito Caffi (Belluno, 16 ottobre 1809 – Lissa, 20 luglio 1866) è stato un grande pittore italiano.
Nato a Belluno il 16 ottobre del 1809, fu avviato a Padova dove l'accolse un cugino pittore, Pietro Paoletti, che lavorava con il neoclassico Giovanni Demin.
In questo ambiente rimase fino a quando si trasferì a Venezia, dove seguì la lezioni di Tranquillo Orsi e di Teodoro Matteini.
Sul finire del terzo decennio decise di andare a Roma, dove giunse nel gennaio del 1832 stabilendosi nuovamente presso il Paoletti.
Frequentando la bottega di questo pittore "storico e religioso", comprese chiaramente che la sua vocazione era quella del pittore di vedute.
Agli inizi del 1833 il C. si separò dal Paoletti e si mise solo, dedicandosi a disegnare e a dipingere dal vero in città e campagna.
I problemi della prospettiva intesa alla maniera canalettesca erano ancora alla base dei suoi studi, la prova nel il Carnevale di Roma (Festa dei moccoletti), la cui più antica redazione è del '37 tra gli esemplari più noti, quelli di Ca' Pesaro, della Galleria nazionale d'arte moderna a Roma e del Museo Thorvaldsen a Copenaghen.
Nel '39 espose a Milano, nel '40 a Trieste; spesso fu a Venezia, anche per mesi; nel 1841, a Padova, dipinse per la sala rotonda del caffè Pedrocchi.
In quello stesso anno, a Venezia, l'artista dipinse il Canal grande e la Salute sotto la neve, soggetto che, variando l'ora e il punto di vista, replicò varie volte.
Nel 1843, a Roma, datò vari dipinti, tra cui la Benedizione papale in piazza S. Pietro, l'Arco di Costantino e il tempio di Venere e Roma, S. Pietro e Castel Sant'Angelo e l'Interno del Colosseo al chiaro di luna, entrambi a Ca' Pesaro.
Nell'autunno del '43 partì per l'Oriente; dopo una prima sosta ad Atene passò in Turchia, in Palestina, in Egitto.
Nel 1848 lascia Roma e si arruola contro l'Austria, è fatto prigioniero, evade e rientra in Venezia, dove rimane fino alla caduta della Repubblica.
Lasciata Venezia perché proscritto dall'Austria, si stabilì a Genova, dove per vivere dipingeva vedute della città e della Riviera.
Nel 1851 era presente all'Esposizione universale di Londra con una Veduta di Hyde Park.
Nel 1854 partecipò a Parigi alla Esposizione universale: di quel periodo sono i Palazzo del Louvre e il Boulevard St. Denis di notte.
Nel 1855 ritornò a Roma e vi riaprì lo studio, lavorando con rinnovato entusiasmo fino al 1857 ad alcuni dei suoi dipinti più notevoli: Roma vista dal Pincio; Interno del Colosseo, Acquedotti nella campagna romana (Museo di Roma); Colosseo illuminato da fuochi di bengala, e tre Vedute di Tivoli.
Nel 1858, di nuovo a Venezia, venne processato per un "crimine di pubblica violenza", che sarebbe avvenuto durante una sommossa nel '49; assolto, si stabilì in quella città.
Sono datati al 1858 alcuni dipinti assai noti: Serenata dinanzi al molo, Carnevale in piazza S. Marco.
Nel 1859 la sua situazione di patriota si andava facendo sempre più pericolosa, nel luglio '60 fu arrestato e rinchiuso nelle prigioni politiche di S. Severo.
Liberato dopo tre mesi, ripartì subito per Milano. Quindi passò a Napoli e in Campania, dove era in corso l'avanzata garibaldina; dipinse Sulle rive del Volturno e, nel 1861, Ingresso di Vittorio Emanuele a Napoli.
Ritornato a Venezia riprese a lavorare attivamente: del '65 sono il Molo di Venezia al tramonto e Serenata davanti alla Piazzetta di S. Marco.
Dichiaratasi nel luglio 1866 la guerra all'Austria, lasciò Venezia e si diresse prima a Firenze, poi a Taranto.
Morì a Lissa il 20luglio 1866 nell'affondamento della "Re d'Italia" su cui si era imbarcato per ritrarre da vicino le vicende della guerra.
Formatosi sui modelli veneziani del Settecento, il C. riesce spesso a emanciparsi da quella suggestione, specie nei dipinti di soggetto romano che rappresentano, per vigore cromatico e attenuazione delle linee di contomo, il punto di arrivo delle sue capacità.
Ha trattato spesso temi insoliti, come un volo in pallone (egli stesso, il 5 apr. 1847, a Roma, partecipò a una ascensione con l'aeronauta francese F. Arban), e soprattutto temi di "notturno”.
Personalità attivissima, impetuosa, coraggiosa, di alto sentire patriottico, manifestò dipingendo una visione chiara, serena, attenta al vero, sensibile agli effetti di luce e di colore.
Produsse moltissimo, non di rado conseguendo effetti di sommessa, sincera poesia. Sue opere sono a Venezia in Ca' Pesaro, nella Gall. naz. d'arte mod. di Roma, nel Museo di Roma, nel Museo civico di Belluno, nel Museo Revoltella di Trieste, nel Museo civico di Treviso. Tra le collezioni private è notevole quella del pronipote Giuseppe Avon Caffi a Venezia.
Le dimensioni si intendono cornice compresa
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