Giuseppe Capogrossi - Original Lithograph Colorful Abstraction 1969 XXe Siecle Dimensions: 19 x 12.25 inches Edition: G. di San Lazzaro. Giuseppe Capogrossi B. 1900, ROME; D. 1972, ROME Giuseppe Capogrossi was born on March 7, 1900, in Rome. In 1922 he completed his law degree but soon after devoted himself entirely to painting and joined Felice Carena's atelier. Between 1927 and 1931, Capogrossi traveled frequently to Paris, and along with Corrado Cagli and Emanuele Cavalli worked in a figurative style characterized by pale and ethereal tones, which endowed their compositions with a mysterious, almost magical aura. The three artists were among the loose association of painters that came to be known as Scuola Romana (Roman School). In 1933 they collaborated on the ''Manifesto del primordialismo plastico'' (Manifesto of plastic primordialism), in which they discussed the presence of the archaic in the contemporary world. From the mid-1930s, Capogrossi adopted a darker palette, and between 1945 and 1948 his figurative tonal painting gave way to an increasingly abstract geometric style. A decisive shift in Capogrossi's career took place in 1949, when he developed a vocabulary of irregular comb- or fork-shaped signs. With no allegorical, psychological, or symbolic meanings, these structural elements could be assembled and connected in countless variations. Intricate and insistent, Capogrossi's signs determined the construction of the pictorial surface. Similar to mysterious lists or sequences, his paintings were immediate in their appeal yet remained hard to decode, a quality he shared with Art Informel practitioners. These abstract comb-sign paintings, usually known simply as Surfaces (Superficies), were begun in 1949 and first exhibited at the Galleria del secolo, Rome, in 1950. Soon becoming the hallmark of Capogrossi's style, the comb sign dominated his oeuvre until the end of his career. In 1951, Capogrossi joined Mario Ballocco, Alberto Burri, and Ettore Colla in showing work at Aurora 41, Rome, an occasion that marked the debut of the group Origine (Origin, 1950–51). Primarily concerned with the promotion of abstract art, the group reacted against mainstream realist practices and advocated a simplified language meant to return art to its origins. The following year, Capogrossi joined the Movimento spaziale (Spatial movement, 1947–60), initiated by Lucio Fontana in Milan. Readily embracing the many changes affecting the country in the postwar era, especially scientific progress, the group advocated for a new spatial art that acknowledged recent inventions such as television and neon lighting. Capogrossi's singularity was recognized both in Italy and abroad, and he took part in group exhibitions at Galerie Nina Dausset, Paris (1951); Guggenheim Museum (1953); Venice Biennale (1954, 1962); Documenta, Kassel, West Germany (1955, 1959); Carnegie International, Pittsburgh (1958, 1961); and Tate Gallery, London (1964). Capogrossi has also been the subject of numerous solo shows at institutions including the Institute of Contemporary Arts, London (1957); Leo Castelli Gallery, New York (1958); Palais des beaux-arts, Brussels (1959); and Galleria L'attico, Rome (1962). Capogrossi died on October 9, 1972, in Rome. Two years later the Galleria nazionale d'arte moderna, Rome, organized his first major posthumous retrospective.
Giuseppe Capogrossi - Litografia originale Colorful Abstraction 1969 XXe Siecle Dimensioni: 19 x 12,25 pollici Edizione: G. di San Lazzaro. Giuseppe Capogrossi B. 1900, ROMA; D. 1972, ROMA Giuseppe Capogrossi è nato il 7 marzo 1900 a Roma. Nel 1922 si laurea in giurisprudenza ma subito dopo si dedica interamente alla pittura ed entra a far parte dell'atelier di Felice Carena. Tra il 1927 e il 1931, Capogrossi viaggia spesso a Parigi, e insieme a Corrado Cagli ed Emanuele Cavalli lavora in uno stile figurativo caratterizzato da toni pallidi ed eterei, che conferiscono alle loro composizioni un'aura misteriosa, quasi magica. I tre artisti facevano parte di quella libera associazione di pittori che venne chiamata Scuola Romana. Nel 1933 collaborarono al "Manifesto del primordialismo plastico", in cui discutevano della presenza dell'arcaico nel mondo contemporaneo. Dalla metà degli anni trenta, Capogrossi adottò una tavolozza più scura, e tra il 1945 e il 1948 la sua pittura figurativa tonale lasciò il posto a uno stile geometrico sempre più astratto. Una svolta decisiva nella carriera di Capogrossi avviene nel 1949, quando sviluppa un vocabolario di segni irregolari a forma di pettine o di forchetta. Senza significati allegorici, psicologici o simbolici, questi elementi strutturali potevano essere assemblati e collegati in innumerevoli variazioni. Intricati e insistenti, i segni di Capogrossi determinavano la costruzione della superficie pittorica. Simili a misteriose liste o sequenze, i suoi dipinti erano immediati nel loro fascino ma rimanevano difficili da decodificare, una qualità che condivideva con i praticanti dell'Art Informel. Questi dipinti astratti con segni a pettine, di solito conosciuti semplicemente come Superfici (Superficies), furono iniziati nel 1949 ed esposti per la prima volta alla Galleria del secolo, a Roma, nel 1950. Diventando presto il segno distintivo dello stile di Capogrossi, il segno a pettine dominò la sua opera fino alla fine della sua carriera. Nel 1951, Capogrossi si unisce a Mario Ballocco, Alberto Burri ed Ettore Colla per esporre all'Aurora 41 di Roma, un'occasione che segna il debutto del gruppo Origine (1950-51). Principalmente interessato alla promozione dell'arte astratta, il gruppo reagì contro le pratiche realiste tradizionali e sostenne un linguaggio semplificato volto a riportare l'arte alle sue origini. L'anno seguente, Capogrossi si unisce al Movimento spaziale (1947-60), iniziato da Lucio Fontana a Milano. Abbracciando prontamente i molti cambiamenti che interessavano il paese nel dopoguerra, specialmente il progresso scientifico, il gruppo propugnava una nuova arte spaziale che riconosceva invenzioni recenti come la televisione e l'illuminazione al neon. La singolarità di Capogrossi fu riconosciuta sia in Italia che all'estero, e partecipò a mostre collettive alla Galerie Nina Dausset, Parigi (1951); Guggenheim Museum (1953); Biennale di Venezia (1954, 1962); Documenta, Kassel, Germania Ovest (1955, 1959); Carnegie International, Pittsburgh (1958, 1961); Tate Gallery, Londra (1964). Capogrossi è stato anche oggetto di numerose mostre personali presso istituzioni come l'Institute of Contemporary Arts, Londra (1957); Leo Castelli Gallery, New York (1958); Palais des beaux-arts, Bruxelles (1959); e Galleria L'attico, Roma (1962). Capogrossi muore il 9 ottobre 1972 a Roma. Due anni dopo la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma organizza la sua prima grande retrospettiva postuma.
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