Oil on paper. Unframed. Natural and mystical processes inspire Ostovany. Informed by a variety of different cultures, Ostovany feels a connection to multiple separate and yet complementary mystical traditions. He looks toward elements of Western and Eastern art, literature, spirituality, poetry and music to create an environment and a mindset conducive to his process, which is connected to Abstract Expressionism and Color Field painting. Conference of the Birds series is a deeply personal response to the Sufi fable by the same name by Farideddin Attar, 12th century Persian mystic. Attar's verse focuses on a flock of birds who, In time of chaos and darkness, decide they are In need of a King - Thus begins their quest for the Phoenix (Simorgh) - an allegorical visit to seven valleys. After enduring Increasing hardships, doubt and exhaustion set It and more and more birds give up the quest. In a play on the Persian word Simorgh (Phoenix) they end up with Si-Morgh (thirty birds) realizing that the Phoenix Is nothing more than those birds themselves who persevered and endured the path through Self-sacrifice and steadfastness. Yari Ostovany is an Iranian-born American abstract artist. He creates richly textured, layered color field paintings that explore processes of metamorphosis. He has lived in Tehran, Cologne, Los Angeles, San Francisco and Reno. He is currently based in the New York City. Work by Ostovany are included in many private collections around the world, as well as the collections of the New Britain Museum of American Art in Connecticut, the Pasargad Bank Museum in Tehran, and the Collection of the Art Department of the University of Nevada, Reno. The paintings Ostovany creates unfold over time, evolving as layers of pigment are added, washed out, covered over, scraped away, dissolved and then more layers added. With each new phase in the process the composition becomes deeper and more luminous. A new painting often begins as a series of calligraphic gestural marks, what Ostovany calls a gestural outburst, inspired by a cognitive/emotional spark. Ostovany then rubs and dilutes the marks, allowing them to meld together with previous marks and layers, coaxing new dimensions of color and texture. The transient nature of the layers becomes embedded into the visual language of the work, evoking a sense of movement and transcendence. Natural and mystical processes inspire Ostovany. He is attracted to the alchemystical transformation of formal elements like light, color, texture and space into compositions that are more than the sum of their disparate parts. Informed by a variety of different cultures, Ostovany feels a connection to multiple separate and yet complementary mystical traditions. He looks toward elements of Western and Eastern art, literature, spirituality, poetry and music to create an environment and a mindset conducive to his process, which is connected to Abstract Expressionism and Color Field painting.
Olio su carta. Senza cornice. Processi naturali e mistici ispirano Ostovany. Informato da una varietà di culture diverse, Ostovany sente una connessione con molteplici tradizioni mistiche separate ma complementari. Guarda verso elementi di arte occidentale e orientale, letteratura, spiritualità, poesia e musica per creare un ambiente e una mentalità favorevole al suo processo, che è collegato all'espressionismo astratto e alla pittura Color Field. La serie Conference of the Birds è una risposta profondamente personale all'omonima favola sufi di Farideddin Attar, mistico persiano del XII secolo. Il verso di Attar si concentra su uno stormo di uccelli che, in tempo di caos e di oscurità, decidono che hanno bisogno di un re - così inizia la loro ricerca della Fenice (Simorgh) - una visita allegorica a sette valli. Dopo aver sopportato le difficoltà crescenti, il dubbio e la stanchezza si instaurano e sempre più uccelli rinunciano alla ricerca. In un gioco sulla parola persiana Simorgh (Fenice) finiscono con Si-Morgh (trenta uccelli) realizzando che la Fenice non è altro che quegli stessi uccelli che hanno perseverato e sopportato il percorso attraverso il sacrificio di sé e la fermezza. Yari Ostovany è un artista astratto americano nato in Iran. Crea dipinti a campi di colore riccamente strutturati e stratificati che esplorano i processi di metamorfosi. Ha vissuto a Teheran, Colonia, Los Angeles, San Francisco e Reno. Attualmente vive a New York. I lavori di Ostovany sono inclusi in molte collezioni private in tutto il mondo, così come nelle collezioni del New Britain Museum of American Art in Connecticut, il Pasargad Bank Museum di Teheran, e la collezione del Dipartimento d'Arte dell'Università del Nevada, Reno. I dipinti che Ostovany crea si dispiegano nel tempo, evolvendo man mano che strati di pigmento vengono aggiunti, lavati via, coperti, raschiati via, dissolti e poi aggiunti altri strati. Con ogni nuova fase del processo la composizione diventa più profonda e luminosa. Un nuovo dipinto spesso inizia come una serie di segni gestuali calligrafici, ciò che Ostovany chiama uno sfogo gestuale, ispirato da una scintilla cognitiva/emotiva. Ostovany poi strofina e diluisce i segni, permettendo loro di fondersi con i segni e gli strati precedenti, ottenendo nuove dimensioni di colore e consistenza. La natura transitoria degli strati diventa incorporata nel linguaggio visivo dell'opera, evocando un senso di movimento e trascendenza. I processi naturali e mistici ispirano Ostovany. È attratto dalla trasformazione alchemica di elementi formali come la luce, il colore, la struttura e lo spazio in composizioni che sono più della somma delle loro parti disparate. Informato da una varietà di culture diverse, Ostovany sente una connessione con molteplici tradizioni mistiche separate ma complementari. Guarda verso elementi dell'arte occidentale e orientale, della letteratura, della spiritualità, della poesia e della musica per creare un ambiente e una mentalità favorevole al suo processo, che è collegato all'espressionismo astratto e alla pittura Color Field.
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