Oil on canvas. Lombard school. The rich lady portrayed is accompanied by the identifying inscription at the top right which reads 'Eleonora Lampuniana Nupta N.V. Bartolomei De Cornu 1478': it is therefore Eleonora Lampugnani wife of Bartolomeo Del Corno.The Lampugnani family is an ancient patrician family of Milan (the name derives from the Lampugnano neighbourhood), with residences in Legnano and Busto Arsizio, and to which Filippo Maria Visconti (Duke of Milan) assigned the fief of Trecate in the fifteenth century; the noblewoman's husband belonged to the noble Piedmontese Corno family (originally called Del Corno).The noblewoman is portrayed standing, in a splendid richly embroidered dress, embellished with lace; she lays her hand on a precious box inlaid with ivory, probably a coin cabinet, a symbol of wealth and power, surmounted by a vase with flowers, a symbol of vanity.The painting has an ancient restoration on the hands, which are of lower quality than the face, the clothes, the glass jar.The painting comes from an antique Lombard collector. The date 1478, reported in the inscription, is not very consistent with the sixteenth-century clothing: according to the story of the family of origin of the painting, the date that appeared before the last restoration was 1578, and therefore it would be a modification mistakenly made by the restorer.
Olio su tela. Scuola lombarda. La ricca dama ritratta è accompagnata dall'iscrizione identificativa in alto a destra che recita "Eleonora Lampuniana Nupta N.V. Bartolomei De Cornu 1478": si tratta quindi di Eleonora Lampugnani moglie di Bartolomeo Del Corno.La famiglia Lampugnani è un'antica famiglia patrizia milanese (il nome deriva dal quartiere di Lampugnano), con residenze a Legnano e Busto Arsizio, e a cui Filippo Maria Visconti (duca di Milano) assegnò il feudo di Trecate nel XV secolo; il marito della nobildonna apparteneva alla nobile famiglia piemontese dei Corno (originariamente chiamata Del Corno).La nobildonna è ritratta in piedi, con uno splendido abito riccamente ricamato e impreziosito da merletti; posa la mano su un prezioso cofanetto intarsiato d'avorio, probabilmente un monetiere, simbolo di ricchezza e potere, sormontato da un vaso con fiori, simbolo di vanità.Il dipinto presenta un antico restauro sulle mani, che sono di qualità inferiore rispetto al volto, alle vesti, al vaso di vetro.Il dipinto proviene da un antico collezionista lombardo. La data 1478, riportata nell'iscrizione, non è molto coerente con l'abbigliamento cinquecentesco: secondo il racconto della famiglia di origine del dipinto, la data che compariva prima dell'ultimo restauro era il 1578, e quindi si tratterebbe di una modifica erroneamente apportata dal restauratore.
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