Holocaust is an original contemporary artwork realized by the Italian artist Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 - Bergamo, 2001) in 1963. Original copper Etching on paper. 173 x 235 mm. II State. Excellent conditions. Holocaust is an etching realized by Ferroni in the Sixties, in the first period of his career. The composition can be chaotic and confusing but in reality it reproduces all the future artistic poetics of the artist. At the center of the composition we can find a table full of objects of various types and sizes: skull-like masks, empty cans, lamps. On the left we see a red head in profile suspended in the void. On the table there is also a classic lamp that contrasts with the rest of the objects. On the background a dripping sink with brushes and other artistic tools. On the table we can see also a shadow, maybe the shadow of the artist that see his studio and hist work table. This work has been realized by the Italian artist Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 - Bergamo, 2001). During the War he moved to Tradate near Varese, where, in the first post-war period, Ferroni lived a troubled period of great solitude that later also marked its production in the early 1960s. In 1946, despite the opposition of the parents, he began attending the Brera Academy of Fine Arts, where he had the opportunity to meet the art critic Franco Passoni and artists such as Dova, Crippa and Meloni. In Milan Ferroni begins to attend a group of young authors who will be the spokespersons of the movement of existential realism for a few years. After the solo show held at the Schettini Gallery in Milan, Bergamini Gallery represented his work between 1956 and 1960. The first etching, Periferia, of which there is only one example, dates back to 1957; it is concentrated on the suburbs of Milan. From this moment on, throughout his life, the chalcographic activity will become fundamental in his experience. In 1958. he participated in the Venice Biennale. That year was for him a year of reflection about the fate of his work. After the last exhibition at the Bergamini Gallery, in 1960 and his presence at the Tokyo Biennale in 1964 and at the 1965 Rome Quadriennale, Ferroni returned to exhibit at the 1968 Venice Biennale where he was assigned a personal room. Once the space has been set up, however, he decides - adhering to the youth riots and protests - to exhibit the paintings facing the wall. From 1968 to 1972 Ferroni lived in Viareggio, in an isolation that heralds another change in his poetics and a new stage of his painting, increasingly focused on the physical and psychological interior of the studio. After 1975 there are some important exhibition events in Ferroni's career, that presents his works in Italy and abroad, garnering great interest from critics and the public. The beginnings of the Eighties are immediately marked, in 1980, by a great anthology in Naples that traces his entire activity from 1958. In the Nineties, every labor suddenly seems to calm down; the objects, constantly protagonists, now float in an aura of magic and suspension. In 2002, a year after his death, the catalog raisonné of the engraved works was published and in 2006, the catalog raisonné of lithographs. In 2007, two anthological exhibitions were inaugurated at Palazzo Reale in Milan and at Palazzo della Ragione in Bergamo.
Holocaust è un'opera d'arte contemporanea originale realizzata dall'artista italiano Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 - Bergamo, 2001) nel 1963. Acquaforte originale in rame su carta. 173 x 235 mm. II stato. Ottime condizioni. Olocausto è un'acquaforte realizzata da Ferroni negli anni Sessanta, nel primo periodo della sua carriera. La composizione può risultare caotica e confusa ma in realtà riproduce tutta la futura poetica artistica dell'artista. Al centro della composizione troviamo un tavolo pieno di oggetti di vario tipo e dimensione: maschere a forma di teschio, lattine vuote, lampade. Sulla sinistra vediamo una testa rossa di profilo sospesa nel vuoto. Sul tavolo c'è anche una lampada classica che contrasta con il resto degli oggetti. Sullo sfondo un lavandino gocciolante con pennelli e altri strumenti artistici. Sul tavolo possiamo vedere anche un'ombra, forse l'ombra dell'artista che vede il suo studio e il suo tavolo da lavoro. Quest'opera è stata realizzata dall'artista italiano Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 - Bergamo, 2001). Durante la guerra si trasferisce a Tradate, vicino a Varese, dove, nel primo dopoguerra, Ferroni vive un periodo travagliato e di grande solitudine che segnerà poi anche la sua produzione nei primi anni '60. Nel 1946, nonostante l'opposizione dei genitori, inizia a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha modo di conoscere il critico d'arte Franco Passoni e artisti come Dova, Crippa e Meloni. A Milano Ferroni inizia a frequentare un gruppo di giovani autori che saranno per qualche anno i portavoce del movimento del realismo esistenziale. Dopo la personale alla Galleria Schettini di Milano, la Galleria Bergamini rappresenta il suo lavoro tra il 1956 e il 1960. La prima acquaforte, Periferia, di cui esiste un solo esemplare, risale al 1957; è concentrata sulla periferia di Milano. Da questo momento, per tutta la vita, l'attività calcografica diventerà fondamentale nella sua esperienza. Nel 1958 partecipa alla Biennale di Venezia. Quell'anno fu per lui un anno di riflessione sul destino del suo lavoro. Dopo l'ultima mostra alla Galleria Bergamini, nel 1960 e la presenza alla Biennale di Tokyo del 1964 e alla Quadriennale di Roma del 1965, Ferroni torna ad esporre alla Biennale di Venezia del 1968 dove gli viene assegnata una sala personale. Una volta allestito lo spazio, però, decide - aderendo alle rivolte e alle proteste giovanili - di esporre i quadri di fronte al muro. Dal 1968 al 1972 Ferroni vive a Viareggio, in un isolamento che preannuncia un altro cambiamento nella sua poetica e una nuova fase della sua pittura, sempre più incentrata sull'interno fisico e psicologico dello studio. Dopo il 1975 ci sono alcuni importanti eventi espositivi nella carriera di Ferroni, che presenta le sue opere in Italia e all'estero, riscuotendo grande interesse da parte della critica e del pubblico. Gli inizi degli anni Ottanta sono subito segnati, nel 1980, da una grande antologica a Napoli che ripercorre tutta la sua attività dal 1958. Negli anni Novanta, ogni lavoro sembra improvvisamente calmarsi; gli oggetti, costantemente protagonisti, fluttuano ora in un'aura di magia e sospensione. Nel 2002, un anno dopo la sua morte, viene pubblicato il catalogo ragionato delle opere incise e nel 2006 quello delle litografie. Nel 2007 vengono inaugurate due mostre antologiche a Palazzo Reale a Milano e a Palazzo della Ragione a Bergamo.
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